Veronica Lario, moglie di Berlusconi, soffre: “Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire”. Nonostante ciò, ha deciso coraggiosamente di denunciare il “ciarpame senza pudore” che il PDL si appresta ad inviare a Bruxelles per rappresentarci. “Attreverso il paravento delle curve e della bellezza femminile” emerge “la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere, che offende la credibilità di tutte…”. Chiarissimo: Berlusconi è la degenerazione finale (o vogliamo andare ancora oltre?) della “casta” intoccabile di politici che ci domina.
Ce ne fossero di italiani così: invece del solito “tengo famiglia” con il quale pieghiamo la schiena al prepotente di turno, Veronica ci mostra come si può uscire da questo malinconico declino italiano: tenere la schiena dritta, e pagare il prezzo con dignità!
Ma è altrettanto sconvolgente, per arroganza, la risposta di Berlusconi a quella “signora”. Non mi riferisco tanto ad alcune sue dichiarazioni (I candidadi del PD sono “maleodoranti”, “io sono il genitore più amato dai figli”, “la signora” si è prestata a una manovra politica, ecc.). Mi riferisco ai “fatti”. Da quando il Capo ha dettato la linea, verso le ore 12:30 di oggi il sito di Forza Italia si è aperto a una valanga insulti personali contro Veronica: evidentemente orchestrata (abbiamo provato a mandare un messaggio in difesa di Veronica, ma guarda caso non è stato pubblicato). Non dico che Berlusconi e il PDL non debba difendersi da o replicare alle accuse: ma il modo che hanno scelto è tipicamente squadrista: nessun messaggio immesso sul sito risponde nel merito; tutti – dal Gran Capo all’ultimi dei militanti – attaccano Veronica sul piano personale: “Attricetta”, “sputa nel piatto in cui mangia”, “approfitta dei soldi del marito”… ci manca solo che gli diano della prostituta.
Nulla di nuovo soto il sole. In America lo chiamano “character assassination”. Quando non hai nulla da replicare nel merito, calunniare per togliere credibilità all’interlocutore è l’unica strada che rimane. Disgustoso!